Oftalmologia. Soi - La chirurgia della cataratta è cambiata, ma Ssn non è al passo - centro medex

Il presidente Piovella: “I pazienti affetti da cataratta che si sottopongono all’intervento di chirurgia rifrattiva del cristallino grazie all’impianto di questi cristallini artificiali hanno la possibilità di guidare la macchina, guardare la televisione, usare il computer, usare il telefonino, leggere un libro o il giornale senza ricorrere agli occhiali. Eppure nel nostro Ssn le tecnologie digitali sono adottate solamente per il 4% del necessario, uno scenario vergognoso”.

Aggiornamento del 18 maggio del Decreto Ministeriale

L’aggiornamento Ministeriale 70 – che stabilisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera – rischia di penalizzare ulteriormente l’oculistica già considerata dal Ssn specialità “elettiva” quindi non prioritaria.

Questo l’allarme lanciato dalla Soi- Società Oftalmologica Italiana durante il 19° Congresso Internazionale in corso da oggi fino a sabato 21 maggio a Roma – Centro Congressi Rome Cavalieri-  che dopo oltre due anni di pandemia pone l’accento su una serie di criticità, a partire dall’intervento di cataratta ma illustra sottolineando anche la novità relativa  all’opacizzazione del cristallino, presentando la chirurgia rifrattiva del cristallino, ossia l’intervento che permette di rimuovere la lente naturale opacizzata e risolvere i difetti visivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo oltre alla presbiopia.

Matteo Piovella, presidente della Soi fa emergere l’importanza che effettuare l’intervento con cataratta iniziale senza le impegnative penalizzazioni visive che impediscono alle persone una vita sicura e normale, riduce le complicazioni intraoperatorie a un eccezionale 1%. I nuovi modelli organizzativi ambulatoriali specifici dell’oculistica non sono nella portata nella capacità e nella comprensione del Ssn. Oggi dobbiamo essere capaci di integrare nuove tecniche chirurgiche con nuove tecnologie diagnostiche preoperatorie, con l’impiego di dispostivi chirurgici digitali più avanzati, che hanno determinato negli ultimi 20 anni uno straordinario miglioramento del controllo degli interventi e della sicurezza di esecuzione, riducendo, in condizioni ideali, le complicazioni intraoperatorie a rischio di perdita della vista e facendo percepire l’intervento come più affidabile e sicuro sostenuto da risultati straordinariamente migliori”.

I BENEFICI DELL’IMPIANTO DEI CRISTALLINI

Questo è la normale conseguenza della opportunità d’impianto di cristallini artificiali a tecnologia avanzata, capaci di correggere i difetti di vista e la presbiopia. In pratica, i pazienti affetti da cataratta che si sottopongono all’intervento di chirurgia rifrattiva del cristallino grazie all’impianto di questi, hanno la possibilità di guidare la macchina, guardare la televisione, usare il computer, usare il telefonino, leggere un libro o il giornale senza ricorrere agli occhiali.

Eppure – sottolinea Piovella – nel nostro Sistema sanitario nazionale, le tecnologie digitali sono adottate solamente per il 4% del necessario, una debacle vergognosa di cui qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità, anche ammettendo di non essere in grado di organizzare quanto oggi è indispensabile. Io ritengo che i Cittadini debbano conoscere che il livello di bassa qualità della chirurgia oculistica oggi erogata nel nostro Paese è responsabilità di un burocrate poco aggiornato privo delle conoscenze necessarie e insensibile ad ogni sollecitazione”.

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità considera i difetti di vista la causa principale di ipovisione e cecità – sottolinea Piovella. Nel 2019 Oms ha evidenziato che 2,2 miliardi di persone presentano penalizzazione della vista: 123 milioni a causa dei difetti di vista, 826 milioni a causa della presbiopia, 65 milioni per la cataratta e 7 milioni per il glaucoma.  Dunque non solo è errato ma anche anacronistico continuare a considerare la correzione dei difetti di vista con l’impianto di cristallini artificiali a tecnologia avanzata in concomitanza dell’intervento di cataratta come un trattamento a scopo estetico, non previsto dai Lea e dal Sistema Sanitario Nazionale”. “La chirurgia della cataratta è, e resta, un intervento di chirurgia oculare ad alta complessità. Ricordo che la vista media l’84% delle nostre sensazioni, della nostra capacità di orientamento e di collegamento col mondo reale – sottolinea Matteo Piovella. Non avere una vista efficiente vuol dire essere penalizzati rispetto alle altre persone e al giorno d’oggi ciò è impensabile”.

Alla politica noi chiediamo di rivedere questo concetto: se abbiamo più da dare e da salvaguardare, è ovvio che dobbiamo essere sostenuti. La politica deve farsi carico di queste esigenze dei pazienti. Per fare questo dobbiamo avere maggiore attenzione, maggior considerazione, maggior sostegno economico – conclude il presidente Sei -. Dal 2013 si assiste in Italia ad una vergognosa limitazione dell’accesso alle cure da parte dei Pazienti affetti da maculopatia: oggi siamo ad un terribile meno 50% rispetto a Paesi come Inghilterra Francia e Germania. Ritardi incomprensioni e superficialità non possono e non devono essere più sostenute”. Soi ha poi spiegato che, se entro l’estate non vedrà attivate le indicazioni presentate da anni alle Istituzioni, si adopererà per l’attivazione di una class action a sostegno dei pazienti affetti da maculopatia che per impossibilità di accesso alle cure hanno perso la vista.

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