Nuovi farmaci, nuovi protocolli, nuovi strumenti, ma soprattutto esperienze consolidate che rendono le procedure sicure ed efficaci. Dopo due anni di pandemia la medicina estetica, con il boom di richieste, è più attiva che mai, su tanti fronti. Tante le possibilità per i pazienti, ma bisogna affidarsi a mani esperte. Lo hanno ricordato i relatori del congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) che si è tenuto a Roma dal 13 al 15 maggio.
Filler e tossina botulinica out sider
«I medici estetici “veri” non si limitano a fare filler e tossina botulinica, ma utilizzano tutte le terapie che sono proprie di questa branca specialistica, l’indicazione per una corretta terapia, deve essere programmata solo dopo un check up di medicina estetica, effettuata con la giusta metodologia, infatti, consente di ottenere risultati validi, naturali, limitando al minimo le complicanze», specifica Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica.
Ma la medicina estetica ha anche una valenza sociale. Durante il check up di medicina estetica ci capita spesso di scoprire melanomi e altri tumori della pelle, cheratosi attiniche, insufficienze venose degli arti inferiori, casi di ipertensione arteriosa; la medicina estetica insomma, come effetto “collaterale” permette anche di contribuire alla diagnosi precoce di molte patologie. Dal punto di vista farmacologico la principale novità è rappresentata dalla tossina botulinica liquida, è una formulazione diversa rispetto a quello tradizionale, già diluita e pronta all’uso. A differenza dei prodotti precedenti la tossina botulinica liquida non va “ricostituita”, e questo evita errori di dosaggio, ha un’azione precisa, rapida, con risultati visibili già dopo 24 ore che durano fino a 6 mesi. È disponibile in siringhe dall’ago molto sottile che consentono di erogare quantità fisse di tossina ad ogni “click”, ruotando lo stantuffo. È approvata come tutte le altre per il trattamento delle rughe glabellari, quelle verticali sopra la radice del naso, nello spazio tra le sopracciglia. Il liquido lifting e i fili continuano a essere una valida soluzione per il risollevamento dei tessuti. Per entrambe le procedure si sono riscontrati risultati naturali e duraturi. Grandi novità anche per il collo e decolleté. «Il “trattamento” migliore per quest’area resta la prevenzione perché tutte le terapie di medicina estetica hanno effetti limitati in questa zona difficile da trattare. Biostimolazione e fili di sospensione o di biostimolazione, possono essere usati, ma solo in fase veramente iniziale perché la fibrosi che vanno a creare i fili consenta di mantenere il più a lungo possibile adesi i tessuti superficiali a quelli sottostanti, prevenendone lo scollamento che porterà poi inevitabilmente al cedimento.
La tecnica endolift, ha confermato di essere sicura ed efficace. Si tratta di una fibra ottica che viene inserita al di sotto del derma, che attraverso una luce laser crea delle piccole retrazioni a livello sub-dermico, che hanno la capacità di riattaccare i tessuti superficiali a quelli profondi, migliorando i cedimenti. Quando il problema è invece un po’ più avanzato, l’unica terapia efficace è quella chirurgica, con il lifting del terzo medio del volto e del collo. Ma, anche in questo caso, il moderno concetto di lifting è completamente stravolto rispetto al passato.
Mentre prima i visi si andavano a “stirare” al punto che a volte si cambiava anche l’espressione della bocca, adesso si cerca un risultato del lifting che sia poco visibile, perché l’obiettivo non è tanto quello del “ringiovanimento forzato”, quanto far ottenere al paziente un aspetto un po’ più riposato e come sempre in medicina e chirurgia estetica, far portare bene ai pazienti la propria età specifica Bartoletti.
Con lo sguardo rìvolto alle tecniche dello biostimolazione
L’altro aspetto a cui la medicina estetica è particolarmente attenta è lo sguardo. La regione orbitaria è una di quella che si presta bene alla sinergia di varie terapie, che ben studiate in abbinamento, possono dare ottimi risultati. «Negli ultimi tempi sono stati messi a punto dei trattamenti di biostimolazione (a base di polinucleotidi o di peptidi biomimetici) che hanno come indicazione proprio la regione perioculare che ha la caratteristica di avere una cute molto sottile, che spesso risponde “troppo” alle terapie (es. formazione di ‘pomfi’ duraturi in caso di biostimolazione). Le nuove terapie di biostimolazione sono più delicate, ma riescono a migliorare molto la compattezza di questa regione prevenendo l’approfondimento delle rughe perioculari, ovviamente la terapia di base è quella con tossina botulinica, perché riducendo la forza di contrazione muscolare, si ritarda molto l’approfondimento delle rughe. Altre procedure di successo sulle occhiaie vengono dalla medicina rigenerativa: sia le pappe di piastrine che le cellule staminali da tessuto adiposo danno risultati eccellenti, senza provocare i problemi tipici dei filler», conclude Bartoletti.