In Italia, sono circa 3 milioni le donne che soffrono di endometriosi, una patologia cronica generata da un’anomala crescita dell’endometrio (tessuto della cavità uterina) esternamente all’utero, con complicazioni anche gravi.
Spesso, per via di questa condizione, nelle ovaie si possono formare delle cisti endometriosiche, di grandezza variabile.
Cosa sono? In che modo, queste cisti, possono influire sulla fertilità femminile?
Entriamo nel dettaglio.
Cisti endometriosica: di cosa si tratta?
È nota anche come endometrioma o “cisti di cioccolato”, per via del colore del sangue contenuto al suo interno (molto vecchio e denso), derivante dal tessuto in eccesso al di fuori dell’utero.
Le cause delle cisti endometriosiche non sono ancora chiare agli esperti, nonostante negli anni l’interesse scientifico nei confronti dell’endometriosi sia notevolmente cresciuto. Tra i possibili fattori di rischio si menzionano disturbi al sistema immunitario o la genetica.
Generalmente, il disturbo si manifesta in donne di età compresa tra i 30 e 40 anni, colpendo circa il 5-10% della popolazione femminile, con una insorgenza maggiore nell’ovaio sinistro.
Cisti endometriosica: i sintomi
Si tratta di una patologia che può essere anche asintomatica, tuttavia, i sintomi di una cisti endometriosica sono:
- Dolore pelvico al basso addome
- Dismenorrea (mestruazioni dolorose)
- Crampi addominali
- Dolore nei rapporti sessuali
- Dolore durante la minzione e durante la defecazione
- Difficoltà a rimanere incinta
Per questi motivi, è opportuno effettuare una visita ginecologica che, dopo un’attenta anamnesi della paziente, potrà essere supportata da ecografia, risonanza magnetica e laparoscopia, per una diagnosi più accurata di endometriosi.
Cisti endometriosica e fertilità: le implicazioni
In generale, gli studi sulle possibili interferenze tra endometriosi e la fertilità sono ancora in corso.
Tuttavia, la presenza di cisti endometriosiche può avere implicazioni negative sull’ovulazione femminile, andando a diminuire la probabilità della donna di rimanere incinta. Qualora si presentassero effettive impossibilità di concepimento, si potrebbe contemplare l’ipotesi dell’intervento chirurgico per la rimozione della cisti, anche se si tratta di una procedura non senza complicazioni sulla fertilità.
Un’altra ipotesi cui si potrebbe ricorrere riguarda la fecondazione in vitro, in ogni caso, è necessaria la valutazione dello specialista.
Cosa fare, quindi, se si sta cercando una gravidanza?
Nel caso una donna sia portatrice di endometriomi non superiori ai 5 cm, è bene valutare un trattamento con una combinazione ormonale: estroprogestinici a basso dosaggio o progestinici.
Siccome queste cisti si creano durante l’ovulazione, prendendo medicinali che bloccano l’ovulazione, di solito, si arresta la crescita degli endometriomi esistenti e si previene lo sviluppo di ulteriori cisti.
Se si sta cercando una gravidanza, può risultare opportuna la rimozione chirurgica, con modalità mini-invasiva, che comporta la degenza di un solo giorno e una ripresa postoperatoria rapida.
Gravidanza e endometriosi: tutto quello che c’è da sapere
Come affermato in precedenza, l’endometriosi è quindi una patologia che, oltre a provocare dolore nella donna, può influire sulla possibilità di intraprendere una gravidanza.
Infatti, anche il Ministero della Salute segnala che l’endometriosi può causare sub-fertilità o infertilità nel 30-40% dei casi.
La presenza di tessuto in eccesso e l’infiammazione perdurante dell’endometrio necessitano di una diagnosi precoce, così da poter iniziare i trattamenti più opportuni per la paziente, volti anche a preservare la fertilità.
Cisti endometriosica: cosa fare se si rompe?
Sì, seppur non di frequente, una cisti endometriosica può rompersi. In questi casi, si assiste a una condizione clinica di emergenza. Solitamente, si avvertono sintomi specifici, come:
- Forte dolore addominale.
- Febbre.
- Vomito e nausea.
- Sanguinamento vaginale.
Necessario è recarsi a un Pronto Soccorso, per un immediato trattamento.