smartphone e neurologia

Molto probabilmente è poco noto alla maggior parte dei cittadini che qualche mese fa il Consiglio di Stato (sentenza n. 5887/2019) ha recepito (in parte) una sentenza del TAR del Lazio (gennaio 2019) e confermato che lo Stato dovrà fornire maggiore informazione ed educazione sulla corretta modalità di utilizzo di telefoni mobili (smartphone, cellulari e telefoni cordless) e sui potenziali rischi di un loro uso eccessivo.

Nonostante siano trascorsi già alcuni mesi dalla sentenza, non tutti i ministeri coinvolti hanno avviato una campagna informativa e quella promossa non è molto efficace e per certi versi può essere considerata controproducente. Inoltre, altra recente notizia riguarda la Corte d’Appello di Torino, la quale ha riconosciuto il nesso di causa-effetto tra tumore al nervo acustico e utilizzo eccessivo del telefono cellulare.

Questi fatti recenti, hanno riacceso il dibattito sugli effetti delle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni mobili sulla nostra salute e la necessità di fornire la giusta informazione riguardante il corretto utilizzo di questi dispositivi. In tale contesto, vorrei mettere a conoscenza dei lettori alcuni miei pensieri e considerazioni sull’argomento, anche in ragione del prevalente interesse alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente all’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati radio.

Innanzitutto, colgo l’occasione per ricordare che l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato, già dal 2011, i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per l’uomo. A questo punto nasce spontanea la domanda.

Lo smartphone e in generale i telefoni mobili fanno male alla salute?

Sebbene la comunità scientifica non ha raggiunto un accordo unanime sulla questione, s’invitano gli utenti a un uso moderato e a mantenerlo lontano dalla testa.

Inoltre, sono sempre più numerosi le sperimentazioni, gli articoli scientifici e le meta-analisi che evidenziano un maggior rischio per la salute delle persone causato dall’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici generati da smartphone e dispositivi mobili, in special modo dei bambini, preadolescenti e adolescenti. È un dato di fatto che la società moderna diventerà sempre più wireless e che il crescente e massiccio utilizzo di questa tecnologia in tutto il pianeta fa sì che oramai miliardi di esseri umani, compresi embrioni e feti, sono e saranno esposti sempre più ai campi elettromagnetici di diverse frequenze. Di conseguenza, ha senso considerare che i problemi connessi a tale tecnologia non potranno che aumentare.

Un effetto riconosciuto dei campi elettromagnetici…

Un effetto universalmente riconosciuto dell’interazione dei campi elettromagnetici con gli organismi viventi è il riscaldamento. In particolare, il calore, rendendo più permeabile la barriera emato-cerebrale, favorisce il passaggio di sostanze tossiche nel cervello. Questi effetti, diventano più significativi aumentando il tempo di esposizione e riducendo la distanza della sorgente elettromagnetica dal nostro corpo. In tale contesto, lo smartphone è indubbiamente il dispositivo più critico in quanto è a diretto contatto con l’orecchio, è nelle immediate vicinanze del cervello ed è utilizzato per effettuare lunghe chiamate per più volte al giorno.

Nei bambini, la problematica potrebbe diventare più preoccupante in quanto circa il 70% del cervello è interessato da questi effetti in età più precoce rispetto alle generazioni precedenti. È purtroppo un dato di fatto che l’età media dei possessori di smartphone diminuisce sempre più. A tal proposito, voglio dare il seguente consiglio ai genitori: introducete i vostri figli all’utilizzo di questa tecnologia il più tardi possibile in quanto una “sovraesposizione” potrebbe nuocere alla loro salute e al loro regolare sviluppo psico-fisico.

L’interazione con il campo elettromagnetico può anche manifestarsi in maniera non termica, attraverso dei meccanismi ancora poco noti e non compiutamente validati. In tale ambito, ci sono evidenze scientifiche che riguardano le alterazioni a livello di membrana cellulare, del nucleo e del DNA e sul sistema immunitario. Sono state anche segnalate:

  • alterazioni dell’attività elettrica cerebrale;
  • aumento della frequenza di rottura del DNA;
  • alterazioni dell’attività ritmica delle cellule cardiache;
  • aumento della frequenza delle aberrazioni cromosomiche.

Inoltre, è emersa anche la possibilità di danni per la fertilità maschile. Infine, per il prossimo futuro è previsto un cambiamento tecnologico (5G) basato sull’utilizzo delle cosiddette “onde millimetriche” i cui effetti biologici e sanitari sono ancora poco studiati e noti.

Ci sono abbastanza elementi per porsi delle domande ed è chiaro che non bisogna minimizzare o trascurare il problema. Lo smartphone, è l’oggetto con cui passiamo la maggior parte del tempo e perciò la soluzione non è vietare il suo uso, quanto insegnare a usarlo in modo corretto, razionale e responsabile evitando il passaggio da un uso a un abuso.

Come usare in modo corretto lo smartphone?

Questo modo di procedere, potrebbe scongiurare l’eventualità che i cittadini possano ritenersi vittime di una mancata informazione o di arrivare alla consapevolezza che se avessero saputo, se le aziende, la politica, i media avessero avvisato dei rischi, magari si sarebbero comportati diversamente. A tale scopo, voglio consigliare alcune misure e comportamenti pratici che i cittadini possono decidere di adottare ai fini della riduzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici emessi dagli smartphone.

Innanzitutto sappiate che la distanza è vostra amica, nel senso che lo smartphone dovrebbe essere il più lontano possibile dal corpo. Questo significa non tenerlo a diretto contatto con il corpo, né nelle tasche dei pantaloni, né nei taschini della camicia e, in caso di lunghi colloqui, di utilizzare auricolari e sistemi viva-voce. Evitate di dormire tenendo lo smartphone, magari anche in carica, poggiato sul cuscino o sul comodino.

Non chiamate quando c’è poco segnale e limitate il suo uso all’interno di un’auto in movimento. Anche il tempo è vostro amico. Perciò preferite chiamate brevi e se proprio non potete, alternate orecchio. I telefoni non sono tutti uguali e perciò preferire smartphone caratterizzati da un tasso di assorbimento specifico (SAR) più basso.

Infine, i bambini, soprattutto quelli molto piccoli, non dovrebbero mai usare il cellulare.

Più di tre miliardi di persone possiedono uno smartphone e molte di esse, specialmente sul lavoro, utilizzano più dispositivi mobili.

Nel prossimo futuro, il numero complessivo di tali dispositivi sarà notevolmente superiore e aumenterà soprattutto il numero di ore trascorse al telefonino. Considerando che non è stata ancora accertata in maniera inequivocabile la non pericolosità di tale tecnologia e che, al contrario, aumentano le evidenze “negative” della sua interazione con la salute umana, credo che l’applicazione di regole per usare i nostri dispositivi mobili nel modo corretto sia un principio ragionevolmente condivisibile.

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