Otto decessi (in California, Kansas, Illinois, Indiana, Minnesota, Oregone Missouri) e oltre 900 casi di cui 495 confermati e 413 sospetti: è il bilancio aggiornato del cosiddetto “polmone da svapo” riportato sul New England Journal of Medicine, da Yulin Hswen e John S. Brownstein, esperti a guida dell’Innovation Program, del Boston Children’s Hospital di Boston.
Il primo caso documentato risale allo scorso luglio e il fenomeno secondo i ricercatori sta acquisendo proporzioni epidemiche manifestandosi soprattutto nei giovani utilizzatori di sigarette elettroniche.
Anne Schuchat, vice direttrice del Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (C.D.C.), sostiene che sono previsti numerosi casi per quella che definiscono un’epidemia. In pochi mesi centinaia di giovani si sono recati presso gli ospedali con dispnea, tosse, dolore toracico, vertigini,e sintomi gastro-intestinali (nausea, vomito, diarrea e dolori addominali).
Agli esami strumentali i polmoni sembrano affetti da un’infezione aggressiva, ma al momento non è stata ancora individuata la causa esatta del fenomeno sebbene siano state avanzate alcune ipotesi.
Tuttavia i primi report acquisiti fanno supporre un nesso con l’aerosolizzazione dei composti contenuti negli aromi dei liquidi per e-cig e la manipolazione dei device utilizzati per fumare olio a base di tetraidrocannabinoli.
I National Institutes of Health lanciano l’allarme sull’attrazione degli adolescenti per lo svapo, confermata dai risultati del Monitoring the Future Survey relativi ai teenager. I risultati dimostrano cifre importanti circa l’uso delle sigarette elettroniche rispetto allo scorso anno.
Questi prodotti introducono i ragazzi e i loro cervelli in fase di sviluppo, alla nicotina, che crea moltissima dipendenza; temo che abbiamo appena iniziato a scoprire i possibili rischi per la salute che questo comporta per i ragazzi”,
ha affermato Nora D. Volkow, direttrice del NIDA (National Institute on Drug Abuse).
Dopo il Michigan, anche lo stato di New York questa settimana ha messo al bando le sigarette elettroniche dietro proposta del governatore Andrew Cuomo.
L’uso delle sigarette elettroniche come alternativa alle sigarette classiche potrebbe nascondere più insidie del previsto.
I dati, ottenuti da un team di ricercatori del Baylor College of Medicine, evidenziano collegamenti tra l’utilizzo delle sigarette elettroniche e i gravi problemi di salute riscontrati tra i consumatori.
I ricercatori hanno analizzato, per quattro mesi, quattro diversi gruppi di cavie.
Il primo gruppo è stato esposto ai vapori prodotti da solventi contenenti nicotina, principalmente sono stati adoperati quelli a base di glicole propilenico e glicerina vegetale.
Il secondo campione è stato esposto ai vapori generati dai solventi privi di nicotina. Il terzo al classico fumo di tabacco e l’ultimo gruppo all’aria pura.
Le cavie, quando esposte allo svapo delle sigarette elettroniche, non hanno sviluppato enfisema a differenza i topi che hanno aspirato il fumo delle sigarette classiche, ma in seguito hanno presentato altri problemi non meno importanti.
La semplice inalazione del vapore, anche con un liquido privo di nicotina, ha modificato le cellule dell’apparato respiratorio.
Inoltre è stato esaminato l’effetto dei vapori e del fumo sulla funzione delle cellule immunitarie, macrofagi, che risiedono all’interno del polmone. Queste cellule rappresentano una prima linea di difesa contro le infezioni virali, come quelle causate ad esempio da un semplice virus influenzale.
“Indipendentemente dalla presenza della nicotina, i vapori generati dalle sigarette elettroniche interrompono la normale funzione polmonare nelle cavie, e riducono anche la capacità delle cellule immunitarie residenti di rispondere alle infezioni, aumentando così la suscettibilità a una moltitudine di malattie”,
spiega il dottor Farrah Kheradmand, pneumologo e professore di medicina presso il college del Texas Medical Center di Houston, sostenendo inoltre che I risultati ottenuti confermano studi precedenti e impongono a tutta la comunità scientifica di effettuare ulteriori approfondimenti sui solventi da svapo.
Oltre oceano è il prof. Fabio Beatrice, direttore del centro antifumo San Giovanni Bosco di Torino, a far luce sulla questione affermando che il problema non risiede tanto nelle sigarette elettroniche, quanto nei liquidi che vengono adoperati al loro interno. A tal proposito lo stesso professore afferma che
“a differenza di altri paesi, in Italia si vendono solo liquidi certificati, il mercato del ‘fai da tè non ha preso molto piede e, non a caso non abbiamo casi simili, al massimo qualche allergia”.