Un tumore silenzioso, subdolo, nascosto. Eppure, di tumore alle ovaie (o carcinoma ovarico) si ammalano 300 mila donne ogni anno. Solo in Italia, le stime ci informano che le persone che ci convivono sono circa 50 mila, con 5.200 casi ogni anno.

Il vero dato allarmante è però un altro: tra i tumori femminili, è quello col più basso tasso di sopravvivenza a cinque anni. Non a caso, è tra le prime cause di morte per cancro nella popolazione femminile tra i 50 e i 69 anni.

La ragione del basso tasso di sopravvivenza? Sicuramente la diagnosi tardiva.

Per questo motivi conoscere a fondo i sintomi del tumore all’ovaio è quanto mai fondamentale.

I sintomi del tumore alle ovaie: impariamo a riconoscerli

 

 

Purtroppo, i sintomi del tumore all’ovaio sono difficilmente riconoscibili, almeno fino a quando la massa non ha raggiunto dimensioni notevoli. Nelle forme più avanzate abbiamo:

  • Necessità di urinare spesso
  • Dolore addominale
  • Gonfiore addominale

Per facilitare la diagnosi, dunque aumentare la sopravvivenza, è importante riuscire a riconoscere quanto primi potenziali campanelli di allarme di una forma cancerosa. Per questo motivo, la comunità medica consiglia di contattare il proprio medico quando alcuni sintomi si presentano ogni giorno per più di 12-15 giorni al mese o per più mesi consecutivi. Un occhio di riguardo, dunque, anche a:

  • Inappetenza
  • Sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto
  • Perdite ematiche vaginali
  • Variazioni delle abitudini intestinali (stipsi)
  • Mal di pancia
  • Meteorismo

Sintomi aspecifici e comuni, si potrebbe obiettare. Certo, è innegabile. Potrebbe trattarsi di semplice malessere? Vero, anche in questo caso. Ascoltare il proprio corpo è dunque fondamentale: l’invito è quello di non sottovalutare questi segnali, soprattutto quando hanno costanza del tempo e compaiono tra i 50 e i 65 anni, ovvero tra la fascia di popolazione più colpita. Potrebbero essere sintomi di tumore ovarico. E sappiamo che due armi sono le armi più importanti da utilizzare contro il cancro all’ovaio: la tempestività e la massima appropriatezza dell’intervento terapeutico.

Ci sono anche fattori di rischio da monitorare (soprattutto se associati ai sintomi del tumore alle ovaie)

Sebbene non vi siano fattori di rischio inequivocabili per il tumore alle ovaie, sono state individuate delle circostanze che possono contribuire alla sua insorgenza:

  • Nulliparità
  • Menarca precoce
  • Menopausa tardiva
  • Cure ormonali durante la menopausa
  • Presenza di tumore al seno
  • Diabete
  • Entometriosi
  • Sovrappeso e obesità
  • Fumo

Dunque, la presenza dei sintomi e dei fattori di rischio potrebbero darci un aiuto nel contattare un medico per arrivare a una diagnosi precoce del tumore alle ovaie.

Infine, non dimenticate il ruolo della genetica: il 15-25% dei tumori all’ovaio ha infatti come principale fattore di rischio la familiarità. Dunque, se avete avuto casi in famiglia di tumore dell’ovaio – ma anche della mammella o dell’utero  – hanno più probabilità di contrarre la neoplasia. Avete mai sentito parlare delle alterazioni dei geni Brca 1 e Brca 2? Ecco, possono determinare la  predisposizione alla sviluppo di un cancro ovarico. Attenzione a non generalizzare. Essere portatrici di una simile mutazione non dà la certezza di ammalarsi. Sicuramente, però, la probabilità aumenta, motivo per cui un programma di controlli regolari diventa fondamentale.

Cosa fare in caso di sintomi di tumore ovarico

Per prima cosa, in caso di sintomi di tumore all’ovaio, è necessario contattare il ginecologo. Sembrerà banale, forse, ma si tratta del primo passo verso una diagnosi. In seguito, in caso sospetto, il medico potrebbe consigliare alcuni esami, tra cui:

  •  Esame ginecologico – La visita ginecologica dovrebbe comprendere, in questo caso, l’esame pelvico, la palpazione dell’addome e una ecografia transaddominale o transvaginale. In questa prima valutazione, definire delle regole generali è molto difficile: bisogna infatti prendere sempre in considerazione diverse variabili, come età, dimensione e consistenza delle ovaie. Ad esempio, è bene sapere che in età fertile l’ovaio misura 3,5 cm, quando in salute. In menopausa, si assiste ad una atrofia, arrivando a misurare 2 cm. Quindi, si potrebbe dire se l’ovaio palpabile in una donna in post menopausa misura oltre i 3 cm, potremmo essere dinnanzi a un tumore ovarico, non necessariamente maligno.
  • Esame del sangue per i marker tumorali specifici – In caso di sospetto tumore ovarico, il ginecologo potrebbe prescrivere degli esami del sangue per il dosaggio dei marker tumorali specifici, ovvero il CA 125, il CA 19-9 e il CEA: purtroppo, però, non si tratta di marker specifici. Infatti, i valori potrebbero essere elevati sia in casi di tumori ginecologici sia a causa patologie non neoplastiche, come pancreatite ed endometriosi.

Qualora i segnali sospetti fossero evidenti, è possibile completare l’indagine con esami più approfonditi, tra cui la risonanza magnetica, la TAC o la PET-TAC.

Ripetiamolo, se ancora non fosse chiaro. Una diagnosi precoce di tumore alle ovaie potrebbe salvare la vita. Parliamo infatti di tumore già di per sé subdolo, di cui però c’è anche una scarsa conoscenza, sebbene il numero di nuovi casi sia in crescita in tutto il mondo. Proprio per questo motivo, per diffondere consapevolezza, si celebra l’8 maggio la Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, promossa dalla World Ovarian Cancer Coalition insieme a oltre 150 associazioni di pazienti sparse in tutto il mondo. Siamo quest’anno all’ottava edizione: l’impellenza di parlarne non dovrebbe mai mancare.

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