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Il dott. Luca Antonelli si è laureato In Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1984. Si è Specializzato in Ortopedia e Traumatologia nel 1989. Negli anni 1990 e 1991 è stato Clinical Fellow presso gli Ospedali Universitari “Toronto East General and Orthopaedic Hospital” e “Arthritic and Orthopaedic Hospital”. E’ stato Clinical Research Fellow presso il Dipartimento di Chirurgia Ortopedica e Traumatologica dell’Università di Toronto. Dal 1984 ad oggi il dott. Antonelli ha effettuato in qualità di primo operatore circa 10.000 interventi di Chirurgia Ortopedica con particolare prevalenza della Chirurgia Vertebrale e della Chirurgia Protesica del Ginocchio e dell’Anca. E’ stato Relatore in oltre 60 Congressi Nazionali ed Internazionali. E’ Autore di 33 Pubblicazioni scientifiche ed Abstract editi a Stampa su Riviste Nazionali ed Internazionali. E’ Membro della SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia); Membro AO Spine International; Membro NASS (North American Spine Association); Membro EUROSPINE Association. Attualmente dirige l’Unità Funzionale 1 di Chirurgia Ortopedica e Vertebrale dell’Ospedale Accreditato Villa Maria di Padova.
Ruolo nello Spine Center
Il dott. Luca Antonelli è il Responsabile Scientifico del Medex Spine Team ed è inoltre lo Specialista di riferimento, insieme allo Specialista Neurochirurgo dott. Matteo Giannini, per ciò che riguarda il trattamento chirurgico delle patologie vertebrali più serie e che non beneficiano dei vari trattamenti incruenti. Insieme, per la sicurezza massima dei pazienti, il dott. Antonelli ed il dott. Giannini offrono la soluzione chirurgica presso Centri Ospedalieri di Alta Specialità, con le tecniche più avanzate ed affidabili, di numerose patologie vertebrali quali ad es:
E’ una tecnica che, mediante l’ausilio dell’endoscopio, e con tecnica chirurgica mirata consente dapprima di individuare l’ernia del disco, visualizzarla sul monitor e quindi, con opporuni strumenti, di asportarla.
Può essere effettuata con o senza l’ausilio del microscopio; è una tecnica che consente di asportare le ernie discali attraverso accessi miniinvasivi di pochi centimetri e con minima lesione dei tessuti molli; tali tecniche consentono una ripresa molto più veloce rispetto alle tecniche tradizionali ed ormai rappresenta il “golden standard” per il trattamento chirurgico dell’ernia del disco
E’ la classica tecnica per l’asportazione delle ernie del disco. E’ una tecnica che si pratica da oltre 30 anni e che, ben eseguita e con la giusta indicazione, consente comunque di avere ottimi risultati certi e riproducibili.
Serve per favorire l’artrodesi di due o più corpi vertebrali (ovvero la fusione ossea); anche questa tecnica rappresenta ormai un “golden standard”, ed è applicata sempre più spesso nei casi in cui vi sia un’instabilità primaria oppure secondaria ad ampie laminectomie vertebrali effettuate per es per decomprimere il sacco durale o per tumori vertebrali ecc.
Si tratta di una tecnica che viene sempre associata alla stabilizzazione posteriore con viti e barre e serve a dare maggiore stabilità primaria all’impianto (c.d. stabilizzazione circonferenziale antero posteriore). Consiste nel posizionare all’interno del disco una c.d. “cage” ovvero una sorta di protesi che serve a ripristinare l’altezza originale del disco degenerato, a dare maggiore stabilità e quindi a favorire un’artrodesi più rapida ed efficace.
Si tratta di tecniche chirurgiche simili che, attraverso una via chirurgica addominale retroperitoneale, consentono di posizionare grosse “cage” (molto più grandi delle cage TLIF o PLIF) all’interno dei dischi degenerati dando quindi maggiore sostegno anteriore alla colonna vertebrale e allargando anche i forami di coniugazione da dove fuoriescono le radici nervose consentendo così anche una c.d. “decompressione indiretta” delle strutture nervose
compresse. In alcuni casi selezionati, al contrario della tecnica TLIF o PLIF, tai cage possono essere impiantate anche da sole, ovvero senza una stabilizzazione posteriore (c.d tecnica “stand alone”)
Si tratta di una ulteriore tecnica chirurgica che evita di stabilizzare in maniera rigida le due vertebre contigue mediante l’applicazione di dispositivi c.d. “dinamici” ovvero che, pur stabilizzando, consentono di conservare un minimo movimento soprattutto di flesso estensione. E’ una tecnica che viene riservata a casi particolari in cui vi sia una minima instabilità ed in cui il disco vertebrale non sia troppo danneggiato.
Con questa tecnica chirurgica che prevede un accesso anteriore per via smussa e quindi minimamente traumatico al rachide cervicale, si riesce ad asportare ernie cervicali che possono comprimere sia le radici nervose che il midollo spinale sia ad allargare il canale spinale in casi di stenosi. Come detto è una tecnica concettualmente mini invasiva che consente in genere al paziente di mettersi subito in piedi e tornare a casa in 2-3 giorni.