Per definizione, si parla di alterata glicemia a digiuno (IFG, Impaired Fasting Glucose), quando in un prelievo di sangue venoso ad almeno 8 ore di digiuno, si riscontra una glicemia con valori che superano i 100 mg/dL, o i 110 mg/dL, a seconda delle linee guida, ma rimanendo inferiori ai 126 mg/dL.
Ci si può riferire all’IFG anche con il termine di pre-diabete, poiché rappresenta l’entità clinica e laboratoristica che precede il diabete conclamato, anche se la progressione verso il diabete mellito di tipo 2 non è inevitabile, almeno nella maggior parte dei pazienti. Inoltre, il concetto di pre-diabete comprende anche una diversa condizione, ovvero la ridotta tolleranza al glucosio, indipendente dall’IFG, che può o meno essere associata a questa.
Come e quando si misura la glicemia a digiuno
La misurazione può essere eseguita mediante esame del sangue o attraverso l’auto-misurazione.
La glicemia può essere rilevata mediante un normale prelievo di sangue venoso dal braccio oppure con automonitoraggio, grazie all’aiuto di uno strumento chiamato reflettometro.
Cosa fare per abbassare la glicemia a digiuno
Esistono numerose strategie per abbassare la glicemia a digiuno tra cui:
- attività fisica;
- interventi dietetici;
- farmaci per abbassare la glicemia come: biguanidi, acarbosio, tiazolidinedioni, glinidi, pramlintide, mimetici delle incretine;
- integratori e rimedi naturali come: eucalipto, mirto, sambuco, Galega officinalis, opunzia, gimnema e ginseng (sempre da assumere sotto stretto controllo medico).
Cosa mangiare per abbassare la glicemia a digiuno
Per abbassare la glicemia, è possibile intervenire in primis sull’alimentazione. É fondamentale lasciare spazio a cibi con azione protettiva, poiché contrastano squilibri glicemici e patologie del metabolismo, in particolare quelli:
- a basso indice glicemico, come frutta poco zuccherata, legumi interi;
- cereali integrali arricchiti con fibre solubili, come l’inulina;
- scarsamente calorici, quali ortaggi del calibro di lattuga, finocchi, zucchine, radicchio;
- fonti di Omega 3 come aringhe, sarde, sgombro, olio di soia, semi di lino, kiwi, uva, e proteine come fiocchi di latte, merluzzo, petto di pollo, ricotta magra, uova.
È suggerito comprendere all’intero della propria alimentazione giornaliera cibi contenenti antiossidanti vitaminici come:
- alimenti ricchi di vitamina A, presente nei crostacei, frutti rossi e arancioni e latte;
- alimenti ricchi di vitamina C, presente in agrumi come arance, limoni, mandarini, pompelmi, cicoria e prezzemolo;
- alimenti ricchi di vitamina E, presente in grano, mais e sesamo;
- alimenti ricchi di flavonoidi, contenuti in aglio, cipolla, ciliegie, frutti di bosco, melagrana, caffè, cacao e tè.
È indicato usare olio extravergine di oliva per insaporire le pietanze: i grassi, infatti, ritardano la digestione e l’assorbimento del glucosio, tenendo sotto controllo eventuali picchi glicemici. E se si è estimatori di vino, è concesso bere esigue quantità di rosso.
A tavola è bene poi limitare o evitare: cereali, pane, pasta, patate, legumi e frutta dolce, alimenti ricchi di carboidrati; dolci, cereali bolliti o raffinati, crosta del pane, pizza, snack, bevande gassate e zuccherate, birra, cibi “spazzatura”, con alto indice glicemico, e ipercalorici; formaggi grassi, hamburger, insaccati, panna, salumi, wurstel, hamburger, prodotti da forno e margarina. Grassi cattivi in quanto lipidi saturi e idrogenati.
Per abbassare il carico glicemico, è doveroso consumare 5-7 pasti con porzioni ridotte nel corso della giornata, distribuendo i nutrienti equamente, senza eccessi di alcun tipo.