Esami di risonanza magnetica
Cos'è la Risonanza Magnetica?
La Risonanza Magnetica è un esame diagnostico che permette di visualizzare l’interno del nostro corpo senza ricorrere ad operazioni chirurgiche e senza somministrare radiazioni ionizzanti. Grazie alla sua estrema precisione diagnostica, nel tempo ha assunto un ruolo di primaria importanza nella diagnosi di numerosissime malattie.Elenco dei nostri trattamenti
Trattamenti:
RMN Spalla “articolazione scapolo-omerale” | ||
RMN Gomito | ||
RMN Polso | ||
RMN Mano | ||
RMN Bacino | ||
RMN Anca | ||
RMN Ginocchio | ||
RMN Caviglia “articolazione tibio-tarsica” |
RMN Piede | ||
RMN Braccio | ||
RMN Avambraccio | ||
RMN Gamba | ||
RMN Coscia | ||
RMN Colonna Cervicale | ||
RMN Colonna Dorsale | ||
RMN Lombosacrale |
Informazioni e consigli utili
Del tutto innocua per l’organismo umano, la Risonanza Magnetica in origine veniva utilizzata per studiare il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), mentre oggi viene adoperata per esaminare tutti i distretti corporei: torace, addome, articolazioni, sistema scheletrico e articolare, muscoli.
Questa particolare tecnica diagnostica fornisce immagini dettagliate del corpo umano attraverso l’uso dei campi magnetici, senza esporre il paziente a nessun tipo di radiazioni ionizzanti. È impiegata per la diagnosi di molteplici condizioni patologiche, dal momento che permette di visualizzare soprattutto gli organi interni, insieme allo scheletro e alle articolazioni.
In oncologia viene utilizzata per la diagnosi, la stadiazione e la valutazione della risposta al trattamento di diversi tipi di tumore.
Per eseguire l’esame, il paziente deve stendersi su un lettino che viene fatto scorrere dentro a un’apposita macchina.
In genere questo tipo di esame non ha alcun tipo di controindicazione. Possono farlo anche le donne in gravidanza (ma è sconsigliato durante le prime 12 settimane di gestazione, a meno che non sia assolutamente necessario).
Non possono sottoporsi a risonanza magnetica i portatori di pacemaker cardiaco o di neurostimolatori, perché i campi magnetici prodotti dall’apparecchiatura potrebbero alterare il loro funzionamento.