I capillari in evidenza, il cui termine medico è teleangectasie, sono un disturbo molto frequente, specie tra le donne, che peggiora con la stagione calda. Ecco tutti i rimedi utili.
In anatomia, i capillari vengono definiti come canali o piccoli vasi di calibro ridottissimo.
Questo termine viene però utilizzato erroneamente anche per indicare un disturbo chiamato tecnicamente teleangectasia, che consiste nella dilatazione di capillari o altri vasi sanguigni superficiali, che formano sulla pelle una ragnatela di colore bluastro o rossastro, perfettamente visibile a occhio nudo.
Nella maggior parte dei casi si tratta semplicemente di un inestetismo, ma in alcuni soggetti i cosiddetti capillari possono essere il primo segnale di un disturbo più profondo e importante del sistema circolatorio, soprattutto a carico di quello venoso.
Riconoscerli e trattarli, quindi, serve non solo per apparire più belle, ma anche per la prevenzione della salute vascolare.
Che cosa sono
Come già anticipato, le teleangectasie sono piccole vene rosse o bluastre subito sotto la pelle, che possono creare evidenti inestetismi principalmente sulle gambe, in particolare a livello delle cosce, ma anche in altre parti del corpo, soprattutto al volto, dove possono coinvolgere, oltre al tessuto cutaneo, anche le mucose (per esempio quelle del naso).
Si tratta di un problema prevalentemente femminile che, soprattutto nel periodo premestruale, può accentuarsi causando fastidi come bruciore e prurito. Ma anche gli uomini possono soffrirne.
Le cause
Nelle donne la presenza di capillari evidenti sulle cosce è associata in genere a uno squilibrio ormonale, che altera la permeabilità della parete dei vasi del microcircolo. Questo non è altro che l’insieme di piccole arterie (arteriole), capillari e venule presenti sotto la pelle. Ed è sempre un’alterazione del microcircolo a causare la comparsa delle teleangectasie sul dorso del piede, sulle caviglie e sui polpacci.
In ragione del ruolo degli ormoni, le teleangectasie possono quindi fare la loro comparsa in periodi come la gravidanza o la menopausa o quando si comincia l’assunzione di contraccettivi ormonali. Allo stesso modo, in alcune fasi del ciclo mestruale (soprattutto, come già accennato, nella fase immediatamente precedente la comparsa del flusso), il problema può essere acutizzato.
Almeno in un terzo dei casi, però, i capillari in evidenza sono un sintomo di insufficienza venosa e nel 15 per cento delle persone che ne soffrono sono presenti anche varici. In questi casi la parete dei vasi, indebolendosi, ostacola la risalita del sangue dai piedi verso il cuore, con conseguente ristagno nelle gambe. Ne derivano gonfiori, senso di pesantezza, formicolii, prurito e disturbi come la cellulite.
Infine, possono favorirne la comparsa anche la gravidanza, i traumi e la predisposizione familiare. In quest’ultimo caso, in alcuni soggetti può essere presente una condizione di fragilità e debolezza dei vasi tale per cui fattori normalmente innocui possono invece incidere negativamente sulla microcircolazione. Per esempio, il calore, richiamando il sangue nei capillari, ne causa la dilatazione e rallenta ancora di più la circolazione, favorendo lo sfiancamento dei piccoli vasi. Meglio, quindi, non fare bagni troppo caldi e non esporsi troppo al sole diretto se si soffre di questo tipo di problema.
In genere, poi, è proprio una condizione di fragilità del microcircolo a favorire la comparsa delle teleangectasie sul viso, di solito come sintomo di quella condizione chiamata couperose, caratterizzata da rossore che tende a diventare permanente a livello soprattutto di guance e naso.
Tornando alla gravidanza, le teleangectasie possono fare la loro comparsa durante i nove mesi non solo, come già detto, per le modifiche ormonali cui va incontro l’organismo femminile, ma anche perché, per far fronte alla crescita del feto, aumenta il volume di sangue circolante. Inoltre, sempre durante la gestazione, la crescita del feto finisce per determinare una maggior pressione a livello del bacino, che rallenta la circolazione a livello degli arti inferiori, con conseguente ristagno del sangue nei capillari o nelle vene. Tutti questi fattori possono influire negativamente su un sistema circolatorio superficiale già naturalmente più fragile.
Come si riconoscono
Le teleangectasie sono evidenti anche a occhio nudo: come già detto, appaiono come ramificazioni blu-rossastre, che possono essere simili a ragnatele, o ancora, lineari o circolari, anche con la presenza di capillari rotti, a volte pure in rilievo. Spesso sono asintomatiche, altre volte si accompagnano a prurito ed edemi.
Una visita con uno specialista (in genere flebologo o angiologo) è importante: il medico può fare un’attenta anamnesi, valutando eventuali precedenti in famiglia, traumi e disturbi circolatori, effettuare un esame obiettivo e, se lo ritiene necessario, approfondire lo stato di salute dell’apparato circolatorio con ulteriori accertamenti. In questo modo può valutare le soluzioni di intervento più adatte.
I rimedi
Compresse a base di diosmina ed estratti di meliloto, vite rossa, edera, mirtillo, rusco, ippocastano e centella asiatica aiutano a ristrutturare la parete dei capillari, limitando la fuoriuscita di proteine e fluidi che causa i gonfiori.
Allo stesso tempo gli estratti vegetali stimolano il recupero dei fluidi che si sono già accumulati nei tessuti, attivando il sistema linfatico. Inoltre i principi attivi contenuti nel ribes nero aiutano a contrastare l’infiammazione causata dal ristagno di liquidi.
Molti di questi rimedi sono disponibili anche sotto forma di crema, olio o gel. Questi ultimi, molto apprezzati per l’effetto rinfrescante, possono però causare la disidratazione della pelle perché contengono alcol e non consentono ai principi attivi di essere assorbiti in modo efficace fino a livello del microcircolo.
I trattamenti
Per i casi più gravi è possibile fare ricorso a trattamenti laser, all’ozono o alla scleroterapia, che prevede l’iniezione di farmaci cicatrizzanti direttamente nei capillari.
Il laser è in grado di colpire in modo preciso l’emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno, presente nei globuli rossi del sangue) e, quindi, opportunamente direzionato, emette un’energia che distrugge il sangue che ristagna in quel punto facendo chiudere il capillare, senza danneggiare la pelle e gli altri tessuti e senza lasciare cicatrici. Nei giorni successivi al trattamento il capillare si restringe e, lentamente, viene riassorbito dall’organismo. Sono generalmente necessarie più sedute, il cui numero varia a seconda dell’estensione e della resistenza delle teleangectasie.
La scleroterapia, invece, è una tecnica che inietta nel vaso sanguigno una soluzione sclerosante, cioè una sostanza che ne danneggia le pareti interne, per cui il capillare va incontro a un processo di ostruzione. In pratica le pareti interne del vaso si avvicinano fra loro e si saldano, la circolazione viene di conseguenza bloccata e il capillare si cicatrizza. La soluzione viene iniettata con micropunture; possono essere necessarie più sedute della durata di circa 30-40 minuti ciascuna, distanziate di una o due settimane (il numero delle sedute dipende dalla quantità di capillari da trattare).
Accorgimenti
Ci sono alcune sane abitudini che permettono prevenire o comunque di non peggiorare eventuali teleangectasie, soprattutto se a carico degli arti inferiori:
- un’attività fisica costante
- una dieta equilibrata che permetta di controllare il peso
- evitare di fumare (il fumo ha un’azione molto negativa sulla salute dei vasi sanguini per via dell’alto contenuto di radicali liberi)
- non indossare tacchi troppo alti (i movimenti del piede permettono il ritorno del sangue al cuore e per garantire il giusto appoggio è necessario indossare scarpe comode e a pianta larga, con un tacco di circa quattro centimetri) ne vestiti eccessivamente aderenti che creano un ostacolo al normale deflusso del sangue
Seguire questi accorgimenti aiuta a migliorare la salute delle gambe, soprattutto per chi mantiene per molte ore la stessa posizione, sia seduto, sia in piedi.
Il movimento quotidiano, infatti, aiuta a tonificare i muscoli, a stimolare il flusso del sangue e in particolare a favorirne la risalita verso il cuore evitando ristagni. È importante soprattutto tenere in movimento i muscoli del polpaccio: quando si muovono esercitano una pressione sulle vene, spingendo il sangue verso l’alto. Basta preferire le scale all’ascensore, oppure scendere dall’autobus due fermate prima e fare una breve passeggiata.
Il sovrappeso favorisce invece il gonfiore, il senso di pesantezza alle gambe e la formazione di vene varicose, ostacolando la buona circolazione degli arti inferiori. Quindi è consigliabile limitare gli alimenti grassi (come i fritti o gli intingoli), privilegiando un’alimentazione leggera ma equilibrata. Via libera in particolare, a frutti ricchi di vitamina C, come arance limoni, pompelmi, kiwi, che hanno un’azione antinfiammatoria, e a mirtillo, ribes e gli altri frutti di bosco, ricchi di flavonoidi, sostanze presenti nella buccia che agiscono attivamente sui vasi sanguigni, rafforzando la resistenza delle pareti.
In caso di varici può anche essere utile indossare le apposite calze elastiche, specie nella stagione calda.
È bene, inoltre, limitare l’esposizione ravvicinata a termosifoni, stufe, camini, borse d’acqua calda e frequenti bagni e pediluvi in acqua calda. Sotto la doccia è molto utile alternare getti di acqua calda e fredda (terminando la doccia con un getto freddo) partendo dai piedi e risalendo fino all’inguine: si tratta di una sorta di ginnastica vascolare, perché col caldo i vasi si dilatano e col freddo si restringono, stimolando così la circolazione. Nella vasca la temperatura non dovrebbe superare i 37-38 °C ed è utile strofinare le gambe con una spugna piuttosto ruvida per stimolare la circolazione superficiale.
Attenzione, poi, come anticipato, alla pillola anticoncezionale, che può causare o accentuare il problema. Quelle più moderne, caratterizzate da un dosaggio ormonale molto basso, limitano l’insorgenza di queste complicanze: il consiglio è comunque quello di parlarne con il ginecologo per valutare la scelta contraccettiva più indicata al proprio caso.