Con l’avanzare dell’età capita spesso che diminuiscono le nostre capacità uditive. La difficoltà di distinguere suoni si manifesta soprattutto in ambienti più rumorosi, dove il nostro udito viene messo a dura prova.

Molteplici possono essere le cause per una perdita progressiva o improvvisa dell’udito, transitoria o permanente, che riguarda uno o entrambe le orecchie.

Tra le ragioni più comuni ritroviamo:

  • Traumi
  • Fattori genetici
  • Somministrazione di farmaci
  • Uso di droghe
  • Infiammazione a carico dell’orecchio
  • Continua esposizione a forti rumori
  • Colesterolo alto
  • Congestionamento del tratto auricolare per accumulo di cerume

Meno frequente e meno conosciuta come causa di perdita di udito è la demenza.

Ebbene sì, se manifestate una reale difficoltà a distinguere i suoni, in particolare a distinguere le parole di altre persone in ambienti rumorosi, probabilmente avete un problema a livello cognitivo.

A confermarlo è uno studio condotto dall’Università di Oxford su ben 82.000 persone, uomini e donne, di età superiore ai 60 anni.

Per undici anni sono state monitorate le capacità uditive di tali soggetti ed è emerso quanto segue:

  • 1285 partecipanti hanno sviluppato nel corso degli anni di sperimentazione una forma di demenza;
  • i partecipanti con capacità uditive compromesse hanno manifestato una demenza di tipo elevato.

Altri studi, oltre quello inglese, hanno evidenziato una stretta correlazione tra demenza e carenza di udito.

Perdita dell’udito: cosa fare?

Se avvertite difficoltà a percepire e distinguere i suoni è fondamentale chiedere il consulto di un otorino per individuare nell’immediato la causa.

Se siete soggetti adulti monitorate contestualmente le vostre capacità uditive e quelle cognitive, se notate problemi di memoria, difficoltà nel linguaggio, cambi di umore, difficoltà di orientamento, non è da escludere che probabilmente soffrite di demenza senile, in questo caso una visita neurologica potrà darvi un riscontro immediato e attendibile sullo stato di salute.

Fortunatamente, grazie allo sviluppo della ricerca, molti problemi di udito, tranne per condizioni particolari, possono essere agevolmente ridimensionati grazie all’utilizzo di apparecchi acustici.

La demenza, invece, nella maggior parte dei casi è di tipo irreversibile. Le attuali terapie, farmacologiche e non, permettono solo un rallentamento del processo di invecchiamento delle capacità cognitive del paziente.

È ben chiaro che il binomio demenza e perdita di udito (totale o udito), risulta essere particolarmente invalidante per chi ne è colpito. Di qua l’importanza di uno screening della condizione neurologica del soggetto, associato a esami audiometrici, che potrebbero consentire, nei limiti del possibile, di individuare una terapia che aiuti il paziente a rallentare questo processo di invecchiamento di tipo irreversibile.

Uno stile di vita sano e una vita proattiva volta a stimolare e preservare le attività del cervello, soprattutto in età adulta, sono certamente buone abitudini che aiutano a prevenire o rallentare forme di demenza.

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