Potrebbe sembrare eccessivo, ma la risultante della relazione tra peso e altezza è stata in molti casi un vero e proprio indicatore dello stato di benessere fisico di una persona.

Non per nulla viene definito peso forma o peso ideale il valore del peso del corpo umano che viene fuori, nella gran parte della formulazioni, proprio dalla relazione tra il peso e l’altezza.

Giusto rapporto tra peso e altezza: il segreto del “viver sano”

Il peso forma, ad esempio, nello spettro della medicina nutrizionale, è considerato un importante dato biometrico, una sorta di indicatore della potenzialità di un paziente di sviluppare malattie cardiovascolari e, quindi, mortalità e aspettativa di sopravvivenza.

Peso, altezza e, in alcuni casi, sesso ed età: questi i valori tenuti in considerazione nelle diverse formule per il calcolo.

L’importanza del peso ideale e, quindi, della relazione tra peso e altezza, infatti, inizia ad avere rilievo negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando una compagnia assicurativa stabilì i premi sulla vita sulla base del rischio di malattie cardiovascolari, proprio in base alla risultante del peso forma.

Una logica che è ripresa nel 2002 anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che indica nel sovrappeso una delle dieci principali cause di morte, e che conferma anche l’ortopedico Damiano Longo, il quale spiega come, pur non essendo ovviamente l’unico fattore, “il peso può influire su molte patologie”.

Come valutare il giusto rapporto tra peso e altezza?

Tra le più utilizzate formule vi è quella di Lorenz, che si basa unicamente sull’altezza del soggetto e sul sesso per stimarne il peso forma. Può pertanto risultare imprecisa, ignorando la struttura corporea del soggetto e l’età, ma è senz’altro utile a ricavare le indicazioni di massima da questa relazione.

Ecco come fare per calcolare il peso ideale secondo questa formula:

  • Sottrarre 100 all’altezza espressa in centimetri.
  • Sottrarre 150 all’altezza in centimetri e dividere il risultato per 4 (2 per le donne).
  • Il risultato della prima operazione meno il risultato della seconda vi darà il peso ideale.

Come è ovvio, gli esiti variano sensibilmente a seconda delle metodologie usate.

Se per un uomo di 170 cm di altezza il peso ideale secondo la formula di Lorenz è pari a 65 kg, secondo la formula di Broca, che andiamo a spiegare ora, il peso forma del medesimo soggetto sarà, invece, di 70 kg. Il suo calcolo tiene conto solo dell’altezza, alla quale si deve sottrarre 100 nel caso dei maschi e 104 nel caso delle donne. Il difetto che molti lamentano nell’utilizzo di questa formula è la scarsa corrispondenza del peso ideale per i soggetti di statura media-alta. Un po’ più cervellotico è il calcolo della formula di Wan der Vael. Ecco, infatti, il suo calcolo:

  • Sottrarre 150 all’altezza in centimetri
  • Moltiplicare il risultato per 0,75 (0,6 per le donne)
  • Sommare 50

Si noterà, così, che il soggetto di cui sopra, alto 170 cm, anche in questo caso avrà un peso forma pari a 65 kg, come nel caso del metodo di Lorenz.

Peso, altezza… ed età!

Vi è poi la formula Berthean, che a differenza delle precedenti basate sul solo dato dell’altezza, prende anche in considerazione l’età ed il suo calcolo è presto detto. Per ottenere il peso ideale, infatti, in questo caso sarà necessario:

  • Sottrarre 100 all’altezza in centimetri
  • Moltiplicare il risultato per 0,8
  • Sommare la metà dell’età del soggetto

Il famoso soggetto di 1 metro e 70 centimetri considerato sopra, così, avrà un peso ideale di 66 kg a 20 anni, di 70 kg a 28 anni, di 76 kg a 40 anni, di 86 a 60 anni.

A prescindere dalla mancata distinzione a seconda del sesso, dunque, è evidente come questo tipo di metodologia consideri come fisiologico un aumento costante del peso con l’avanzare dell’età, ciò che potrebbe dunque costituire un limite caratteristico della formula Berthean. Anche la formula di Perrault tiene conto dell’altezza ma anche dell’età, ma ancora una volta l’esito del calcolo risulta differente dai precedenti. A 20 anni il soggetto di 170 cm di altezza dovrebbe, infatti, pesare 71,8 kg, a 28 anni 72,5 kg, a 40 anni poco meno di 73,6 kg per raggiungere a 60 anni un peso forma di 75,4 kg. Per giungere a questo risultato, infatti, ecco le operazioni da eseguire:

  • sottrarre 100 all’altezza espressa in centimetri;
  • dividere l’età per 10;
  • moltiplicare il risultato per 0,9;
  • sommare il risultato all’esito della prima operazione compiuta.

Un calcolo, dunque, che pare molto meno influenzato dall’avanzare dell’età e probabilmente più affidabile rispetto al precedente, anche se, come nel caso precedente, non prende in considerazione la differenziazione per sesso. Secondo il metodo di Keys, invece, il peso ideale è uguale al quadrato dell’altezza espressa in metri, moltiplicato 22,1 nel caso degli uomini e per 20,6 nel caso delle donne. Un uomo di statura pari a 1,70 m, dunque, avrebbe così un peso ideale pari a 63,8 kg ed una donna di 59,5 kg circa. Esiste, inoltre, il metodo di Travia:

  • all’altezza espressa in centimetri moltiplicare 1,012;
  • al risultato sottrarre 107,5-

Il soggetto che abbiamo finora portato ad esempio, dunque, avrà così un peso forma equivalente a 64,5 kg. Un risultato simile a quello che viene fuori dalla formula di Livi, secondo la quale dovrebbe pesare 65,4 kg. Molto diverso, però, il suo calcolo:

  • moltiplicare l’altezza espressa in metri per 2,37;
  • elevare tutto al cubo.

Vi è, infine, il metodo di Buffon, Roher e Bardeen, confermato in seguito anche dagli studi di Quételet e Martin, secondo il quale il peso forma degli uomini va calcolato:

  • moltiplicando l’altezza espressa in decimetri al cubo per 1,40 (1,35 per le donne);
  • dividendo il risultato per 100.

Il nostro soggetto, dunque, avrebbe così un peso ideale di 68,7 kg, 66,3 kg se fosse donna. Secondo il metodo di Bernhardt, infine, importante è sia l’altezza che la circonferenza toracica. Nel calcolo del peso forma, infatti, in questo caso è necessario:

  • moltiplicare l’altezza espressa in centimetri con la circonferenza toracica;
  • dividere il risultato per 240.

Si tratta di una formula utilizzata dai medici fino a cinquant’anni fa, poi sopravanzata dalla formula di Broca fino all’utilizzo attuale quasi esclusivo della formula di Quételet.

Calcolare il peso: a cosa fare attenzione?

Nell’effettuare i calcoli di cui sopra, però, vanno considerati anche altri fattori. Primo fra tutti il tipo di ossatura di cui un soggetto è dotato, che può essere:

  •  Brevilinea, se si ha un’ossatura robusta e pesante.
  •  Normolinea, nel caso di ossatura che rientra nella media.
  •  Longilinea, nel caso di ossatura leggera e sottile.

Per calcolare a quale categoria si appartiene è sufficiente fare il rapporto tra l’altezza espressa in cm e la circonferenza del polso, anch’essa espressa in centimetri. In base all’esito apparterrete ad una delle tre categorie secondo i seguenti criteri:

  •  Brevilinei, se il risultato è inferiore a 9,6 (9,9 per la donna)
  •  Normolinei, se il risultato arriva a fino 10,4 (10,9 per la donna)
  •  Longilinei, se il risultato è superiore ai valori precedenti

Questo fattore, insieme alla massa muscolare, presente in misura maggiore negli sportivi, spingerà a riconsiderare il peso forma laddove, ad esempio, per uno sportivo abbiamo un peso superiore al suo peso forma, il che rientrerebbe nella normalità proprio per via della massa muscolare, così come rientrerebbe nella normalità un peso superiore nel caso di soggetto con ossatura robusta.

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