Negli ultimi anni, la terapia con onde d’urto ha trovato nel trattamento di alcune patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico uno dei maggiori ambiti di applicazione. Tra queste sicuramente ne ha beneficiato la patologia della fascite plantare, ossia l’infiammazione della fascia plantare derivante dal sovraccarico della fascia stessa, a causa di uno stress eccessivo e ripetuto delle fibre.

Tale patologia si distingue in fascite plantare prossimale e medio-distale, in base alla sede del dolore.

La fascite plantare colpisce sia gli uomini che le donne, con maggior frequenza nei soggetti in età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Quali sono le cause della fascite plantare?

 

 

Si riconoscono nella patologia cause di tipo biomeccanico diretto, quali la postura errata e scompensata e l’eccessiva pronazione del piede, e cause di tipo indiretto, quali problemi all’arco del piede, rigidità del tendine d’Achille, improvviso aumento di peso, debolezza a carico di alcuni muscoli della gamba.

Il primo approccio diagnostico nei confronti della patologia avviene attraverso la radiologia tradizionale, con l’esecuzione di rx del piede in carico per indagare alterazioni che possono causare problemi di fascite.

Quindi, ecografia del piede e risonanza magnetica che evidenziano l’ispessimento disomogeneo della fascia e l’eventuale edema intraspongioso inserzionale,e  scintigrafia ossea che evidenzia un aumento della captazione del calcagno.

Le onde d’urto nel trattamento della fascite plantare

Le onde d’urto nel trattamento della fascite plantare aumentano la capillarizzazione locale e il metabolismo cellulare, favorendo il processo di riparazione spontaneo del tessuto legamentoso. Alcuni studi, inoltre, hanno indicato che la terapia con onde d’urto extracorporee riduce la tensione nella fascia plantare, allevia il dolore e determina un miglioramento della capacità di deambulazione nei pazienti soggetti a fascite.

Il protocollo di trattamento con onde d’urto è determinato nelle seguenti modalità:

  • La sede dell’applicazione è l’inserzione della fascia plantare, le sedute previste sono tre.
  • Il numero di colpi elargiti è di 2000, con un’energia variabile da 0.08-0.21 mj/mm².
  • Il range di intervallo tra una seduta e l’altra è settimanale.

Il controllo si basa sulla valutazione evolutiva della sintomatologia clinica. In caso di complicanze e/o persistenza della sintomatologia algica, si procede a nuova rivalutazione ecografica.

Gli effetti delle onde d’urto in questa patologia sono:

  • L’incremento del metabolismo e della microcircolazione.
  • La neo-vascolarizzazione dei legamenti, causando veri e propri microtraumi all’interno dell’aponeurosi plantare.
  • La diminuzione della tensione muscolare.

Importante è spiegare al paziente che non sempre il trattamento sarà efficace sul dolore nelle prime sedute. ma che bisognerà attendere qualche settimana dall’ultima per cominciare ad apprezzare un miglioramento della sintomatologia dolorosa sotto la fascia plantare.

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